Quei volti Rai che non funzionano altrove. Il caso Amadeus e Beppe Fiorello, ma non solo
- Redazione
- 26 set 2024
- Tempo di lettura: 2 min
I volti Rai non sempre riescono a replicare il loro successo altrove, e Amadeus ne è un esempio diretto. Dopo aver raggiunto il picco della popolarità con "L'Eredità" su Rai1, nel 2007 tornò a Cologno Monzese, da cui era partito, per scoprire che il cambio di rete non portava gli stessi risultati. Oggi, con il passaggio a Nove e il programma "Chissà chi è", la storia si ripete: uno share del 3,6% registrato nei tre giorni successivi all'esordio è ben lontano dai numeri a cui era abituato in Rai, e Amadeus si trova ancora una volta a dover riconquistare un nuovo pubblico.
Questo percorso di difficoltà non è unico per Amadeus, ma ha coinvolto molti altri grandi volti della Rai. Pippo Baudo, uno dei conduttori più iconici della storia della televisione italiana, ha visto i suoi ascolti calare drasticamente quando ha lasciato la Rai per approdare a Canale 5 negli anni '80. Similmente, Enrica Bonaccorti, Raffaella Carrà e Alberto Castagna (negli anni novanta) affrontarono lo stesso destino: passare a Canale 5 non portò il successo sperato, e i loro programmi non raggiunsero le stesse vette di ascolto ottenute nella rete di Stato. Nel frattempo, altri conduttori si affermavano in Rai, prendendo il posto lasciato vuoto e rafforzando il legame del pubblico con l'azienda. Enrica Bonaccorti e Alberto Castagna riuscirono a conquistare nuovo pubblico solo negli anni successivi, quando il clamore per il tradimento alla Rai si era sopito: la prima con Cari Genitori e Non è la Rai, il secondo con Stranamore.
Anche Beppe Fiorello, per anni una delle galline dalle uova d’oro delle fiction Rai, sta vivendo lo stesso problema. Con la serie "I Fratelli Corsaro" su Canale 5, Fiorello ha raccolto solo 1.870.000 spettatori e un modesto 11,7% di share, dimostrando come il pubblico Rai fatichi a seguire i suoi volti più noti su altre reti.
Queste esperienze sottolineano come il pubblico Rai sia estremamente fedele e spesso veda i conduttori che lasciano l'azienda come "traditori". Questo fenomeno non tocca personaggi come Fabio Fazio o Michele Santoro, che vengono percepiti come martiri allontanati per divergenze editoriali, e riescono a mantenere il loro seguito anche fuori dalla Rai.
Amadeus conosce bene queste dinamiche, avendole già sperimentate nel 2007, e ora, su Nove, deve affrontare una sfida simile. Mentre programmi come "Affari Tuoi", condotto da Stefano De Martino, continuano a ottenere ottimi risultati indipendentemente dal conduttore, Amadeus si trova a dover costruire un nuovo legame con un pubblico meno abituato a seguirlo fuori dalla televisione di Stato.
Questa sua esperienza dimostra che lasciare la Rai non garantisce automaticamente il successo, e la sfida per Amadeus su Nove è quella di reinventarsi in un panorama televisivo diverso, in cui la lealtà del pubblico non si conquista facilmente.
Ma siamo sicuri che, come accadde a Bonaccorti e Castagna, il successo tornerà con il passare del tempo e con idee nuove più adatte al pubblico del nuovo canale.
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